L’abitato sorge sulle ultime pendici sud-orientali dei Monti Erei, a 518 metri sul livello del mare. Le prime notizie documentate sul feudo di Imbaccari risalgono al periodo normanno, cui seguirono secoli di divisioni in più parti e diverse appartenenze. La costruzione del nuovo centro abitato risale al 1610, per opera di Giuseppe Paternò, che aggiunse al preesistente Imbaccari il nome di Mirabella, in onore della moglie Eleonora Mirabella. Tuttavia, l’aria insalubre del luogo determinò la scelta di spostare il borgo nel luogo dove tuttora sorge. Devastato dal terremoto del 1693 che distrusse la Val di Noto, il feudo era passato alla casata dei Trigona, per poi nel 1737 essere acquisito dai Biscari, che ne mantennero la proprietà fino alla fine dell’Ottocento, ben oltre l’epilogo del feudalesimo in Sicilia e la promulgazione della Costituzione del 1812.
La struttura urbana di Mirabella Imbaccari nel corso dei secoli si è sviluppata soprattutto intorno ai due complessi monumentali più importanti e pregevoli della città: Palazzo Biscari e la Chiesa Matrice dedicata a Maria Santissima delle Grazie.
Tra le produzioni agricole Mirabella Imbaccari si distingue per la qualità dell’uva, degli agrumi, delle mandorle e delle nocciole. È soprattutto noto, però, per la lavorazione dei pregiatissimi merletti a tombolo, la cui antica storia è raccolta nel locale Museo del Tombolo.
Dal 2022 la città fa parte, insieme ad altre 103 città del centro della Sicilia, del progetto del “Primo parco mondiale dello stile di vita mediterraneo”, il cui intento è quello di preservare la dieta mediterranea come bene protetto e inserito nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell’umanità dell’Unesco.